INSPIRED BY | Silvia Santarelli

 
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Silvia Santarelli è romagnola, ma fin da piccola la sua casa è stata spesso lontana dalla sua città. Il viaggio ha segnato la sua vita, on un papà sckeccista (dai disegni passava agli sckech per implementare il progetto) che per lavoro ha portato in giro per il mondo la sua famiglia, come i due anni vissuti tutti insieme a Tabriz in Iran. Da grande ha vissuto a Londra per studiare l’inglese, si è laureata in Economia e Commercio a Bologna e si è trasferita in Veneto per amore. Oggi vive a Verona, con suo marito e i figli Matilde e Pietro, ed è co-fondatrice ed amministratrice delegata di Cereal Docks Food Srl, azienda vicentina specializzata in materie prime alimentari di alta qualità.

 

Quando nel tuo lavoro sei andata oltre?

Nel 2012 stavo vivendo una situazione di grande comfort lavorativo. Ero dipendente in una grande multinazionale americana che mi stava insegnando tanto, i miei figli cominciavano a crescere (5 e 8 anni), avevo una mia serena routine come lavoratrice e mamma. Ero felice. Un giorno mi chiama quello che oggi è il mio socio e mi propone di fare una società insieme. All’inizio mi sembrava del tutto insensato pensare di cambiare vita a quarant’anni per lanciarmi in qualcosa di così grande. Poi mi sono detta, perché no? Ed è stata una delle scelte più giuste (e coraggiose) della mia vita. Avevo voglia di riscatto, di provare a vedere se ero in grado di fare impresa e ce l’ho fatta. Una bellissima avventura che ancora oggi mi emoziona.

 

Quali sono le tre qualità che deve avere un leader?

Fiducia, passione, resilienza. La fiducia, quando si manifesta nei confronti dei collaboratori e quando si acquisisce da parte dei clienti, è un perfetto acceleratore del business. La passione è la magia a fare sempre di più e sempre meglio, e dopo ore di lavoro ti lascia stanca, ma felice. La resilienza è la scelta verso il miglioramento continuo e al cambiamento, anche nei momenti di difficoltà.

 

Come si impara a superare i propri limiti?

Per me una grandissima palestra di vita è stata lo sport. Ho praticato ginnastica artistica a livello agonistico e il mio andare oltre l’ho imparato soprattutto qui. Lo sport ti insegna sul campo a superare i tuoi limiti, è un esercizio di resilienza e fatica che ho poi portato nel mio quotidiano.

 

I valori che vorresti trasmettere ai tuoi figli.

Quelli che mi hanno insegnato i miei genitori: il rispetto, il lavoro duro, il senso del servire il prossimo e l’aiutarsi. E la libertà di disegnare la mia vita, lasciandomi sempre libera di andare e fare le mie scelte. Senza interferenze.

 

La tua idea di moda.

Prima di tutto per me la moda ha il profumo di famiglia. Mia madre ha lavorato per tantissimi anni come sarta e sono cresciuta osservando le sue mani creare. Cosa che fa ancora oggi, anche per me. E moda è anche un modo meraviglioso di comunicare quello che sei. Io scelgo un’eleganza comoda, quella che mi fa sentire sempre a mio agio e di conseguenza sicura nel mio ruolo.

 

Il capo Ferramosca che senti più tuo?
La camicia in lana leggera. Un femminile punto luce che si può abbinare in più modi. Dalla gonna della stessa collezione a un elegante tailleur.